New York rende omaggio a Ezio Gribaudo
New York rende omaggio a Ezio Gribaudo
Ezio Gribaudo torna protagonista nella «sua» New York e questa volta lo fa parlando di se stesso con «Ezio Gribaudo: The Man in the Middle of Modernism», una monografia sull’artista, editore e collezionista di cui è autrice Victoria Surliuga, pubblicata a New York dalla casa editrice Glitterati. Il volume è la sintesi di un lavoro durato oltre un anno e nato dallo studio dall’autrice su Peggy Guggenheim. «Questa la genesi, leggendo l’autobiografia di Peggy ho trovato il riferimento alla mostra del 1976, che poi è la collezione che Gribaudo portò alla Gam di Torino», spiega Surliuga a margine della presentazione del libro alla libreria Rizzoli di New York.
L’opera contiene un lungo saggio introduttivo abbinato a una serie di interviste fatte dall’artista, di cui la principale è su Peggy Guggenheim appunto. Si affronta ogni aspetto legato in qualche modo alle attività di Gribaudo, mecenatismo e funzione didattica dell’arte, e c’è anche un lungo capitolo su Pinocchio, un «fil rouge» dell’attività produttiva dell’artista torinese. È presente inoltre una sezione dedicata ai dinosauri, un altro tema caro a Gribaudo che proprio in questi giorni è in esposizione a Padova (assieme a scheletri in dimensioni naturali) con una risposta del pubblico per oltre 40 mila visitatori. E poi c’è il «bianco su bianco» uno dei cavalli di battaglia di Gribaudo, come spiega la figlia Paola presente da Rizzoli. «Mio padre è stato il maestro del bianco su bianco, quando ha vinto la biennale di Venezia l’ha vinta con queste impronte, – racconta – un tema che sembra ritornato in voga, come ho potuto vedere in diverse mostre qui a New York».
Nel libro sono quindi descritti tutti i riconoscimenti che l’artista ha avuto a partire dall 33esima biennale del 1966. Mentre una sezione dell’opera è dedicata ai suoi incontri e alla sua collaborazione con le maggiori personalità dell’arte, da Pablo Picasso che conosce nel 1951, a Giorgio de Chirico, il cui rilancio è intimamente legato al nome di Gribaudo, passando per Francis Bacon e Peggy Guggenheim. Davvero significativa la documentazione fotografica con immagini per lo più provenienti dagli archivi Gribaudo, a cui sono affiancati scatti realizzati da Pau Garcia, il designer del libro, giunto apposta da Valencia a Torino. Colpisce l’immagine che ritrae l’artista allo specchio, quasi a simboleggiare i rapporti speculari da lui sovente raccontati.
La presentazione del volume, che ha visto la luce grazie anche a un «grant» della CH Foundation e all’endorsement di Istituti ed Enti di cultura, è stata accompagnata dalla proiezione del documentario «The White Magic of Ezio Gribaudo» (diretto da Marco Agostinelli e Andrea Liuzza, 2015). Un nuovo appuntamento è invece fissato per il 12 gennaio 2017 al Brazos Bookstore, una libreria d’arte di Houston, fondata nel 1974. La prima assoluta del libro risale al 19 aprile all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, nell’ambito di una serie di eventi dedicati a Gribaudo che ha avuto inizio con la mostra «Ezio Gribaudo’s Theaters of Memory» al Louise Hopkins Underwood Center for the Arts di Lubbock, in Texas, curata sempre dalla Surliuga. In quella occasione, a Gribaudo è stato consegnato il premio alla carriera «The Icc (Istituto Italiano di Cultura) Lifetime Achievement Award», riconoscimento dell’eccellenza italiana nel mondo e finora assegnato a personalità quali Claudia Cardinale, Vittorio Storaro, Dino De Laurentiis, Francis Ford Coppola, Sergio Pininfarina, Ennio Morricone, Claudio Magris, Emilio Vedova e Renzo Piano. Ma è a New York che ha trovato una collocazione particolare il libro di Gribaudo visto il profondo rapporto tra l’artista e la City. Un rapporto che affonda le sue radici al 1961 quando Ezio Gribaudo sbarco nella Grande Mela con Lucio Fontana realizzando il loro «Chronicle of an American Journey 1961», ovvero il racconto del viaggio nella City per antonomasia attraverso bozzetti a colori dell’uno, e «Spacial Concept», una delle opere più significative dell’altro. E si è rinnovato ogni decennio con una mostra voluta dall’artista a New York, la prima della quali risale al 1966.
«The Man in the Middle of Modernism» ha già riscosso successo, come spiega la stessa autrice Victoria Surliuga, professore associato di Italianistica alla Texas Tech University, che si occupa da diversi anni del lavoro di Gribaudo nei suoi ruoli di artista, editore d’arte e collezionista, nonché promotore di eventi culturali significativi per l’arte contemporanea. «La risposta del pubblico americano è stata molto significativa anche perché negli Usa è mancata ad oggi una produzione che illustrino il percorso di arte moderna italiana – racconta Victoria – Pertanto opere come questa si inseriscono in una dimensione di grandi opportunità culturali e accademiche».