Ivan Fassio – Cronaca di un Viaggio Americano.
Ivan Fassio – Cronaca di un Viaggio Americano. (Link all’articolo originale)
Due suggestivi documenti ricostruiscono il sodalizio artistico e professionale tra Lucio Fontana ed Ezio Gribaudo in occasione di una mostra alla Fondazione Fila Museum di Biella. Sullo sfondo, la metallica metropoli dei concetti spaziali…
Lucio Fontana, nel 1961, in occasione del viaggio che contribuiva a farlo conoscere internazionalmente, restava affascinato dall’atmosfera di New York. Una sorta di Unreal City eliotiana, luogo tremendo e misterioso, in cui proiettare la propria immaginazione e in cui rispecchiare e moltiplicare le proprie scelte stilistiche d’artista. La sua serie di metalli, in quell’anno, veniva intitolata proprio a New York. Grandi lastre d’ottone, percosse da fori, graffi e tagli, volevano simboleggiare, con la loro verticalità, le imponenti costruzioni newyorkesi ed il frenetico pulsare della modernità. Un momento di svolta per Fontana che, un anno prima, aveva reso omaggio alla città di Venezia con una serie di tele ad essa poeticamente ispirate. Durante questo fertile percorso di acquisizione del linguaggio che segnerà gli sviluppi estetici del Novecento, due importanti figure accompagnavano il suo cammino: Ezio Gribaudo, editore ed artista, la cui produzione di quegli anni potrebbe essere letta come un silente contrappunto all’opera di Fontana; ed Enrico Crispolti, giovane critico d’arte e convinto sostenitore del valore innovativo dello spazialismo.
A distanza di cinquant’anni da quegli incontri seminali per la storia dell’arte contemporanea, Skira pubblica, contemporaneamente, due preziosi documenti: il volume Ezio Gribaudo e Lucio Fontana. Cronaca di un viaggio americano a cura di Stefano Cecchetto, con prefazione di Enrico Crispolti, e il dvdViaggio a New York di Ezio Gribaudo e Francesco Aschieri. Fino al 24 Novembre le opere di Gribaudo ispirate a questi eventi saranno esposte alla Fondazione Fila Museum di Biella, insieme a Spatial Concept, 1961 di Fontana.
Il libro ripercorre, attraverso l’analisi dei carteggi dell’epoca, il rapporto professionale e, allo stesso tempo, amicale tra Fontana e Gribaudo. Sullo sfondo dell’affermazione internazionale dell’artista, il testo di Cecchetto ripropone i nodi cruciali della sua carriera: dalla scoperta della metodologia critica di Michel Tapié, al rapporto con la gallerista Iris Clert, fino all’incontro con il mercante londinese Robert Tunnard. Il film Viaggio a New York rappresenta, invece, un commento artistico proprio a quel viaggio americano compiuto in occasione dell’uscita del volume Devenir de Fontana di Tapié, curato da Gribaudo per le Edizioni d’Arte Fratelli Pozzo, e della relativa mostra di Fontana alla Galleria Martha Jackson nel novembre 1961. Trascorsi cinquant’anni, Gribaudo ha deciso di mostrarlo. Il gruppo di musica sperimentale Supershock di Paolo Cipriano e Valentina Mitola ha scritto la colonna sonora per questo documento dell’epoca. Chitarra, flauto, tastiere, batteria e il basso di Valentina Mitola, impreziositi dagli interventi vocali di Paolo Cipriano, sottolineano mimeticamente, con veloci cambi di ritmo ed armonie ricorrenti, gli irrequieti movimenti della macchina da presa e i momenti di pausa sognante all’interno del frastuono metropolitano.
Oltre a preziosa testimonianza dell’esperienza artistica di Lucio Fontana, questo filmato rappresenta il tentativo di trasporre su pellicola una serie di intuizioni delle avanguardie figurative degli Anni Sessanta. Alla pari degli esperimenti cinematografici di artisti dell’epoca, le inquadrature di Gribaudo sono alla continua ricerca di particolari associazioni di immagini. L’artista è affascinato dalla resa del movimento. Dissolvenze, chiaroscuri, bruschi cambi di punti di vista diventano privilegiati metodi espressivi per imprimere su pellicola il fermento della metropoli, la fluidità e la lucentezza di vetrate e cartelloni pubblicitari, l’imponenza di bastimenti, areoplani e grattacieli. Ritmo e velocità sembrano essere le coordinate da cui partire: ai momenti di stupita contemplazione sulle strutture della città, si contrappongono inquieti e ossessivi sguardi su immagini isolate, particolari sfocati e assorti, singolari contrasti del paesaggio urbano. L’indugiare ostinato su scorci e su costruzioni di luce contraddistingue una ricerca di scavo metafisico, volto a ricercare la crepa, il gioco di impressioni che possa rivelare uno squarcio di verità. La stessa evoluzione estetica di Lucio Fontana si trova riflessa nelle soluzioni del filmato, negli inquieti segnali che la telecamera riesce a scovare tra le pieghe della contemporaneità.
Ivan Fassio